Pavimentazioni tessili: “pavimentazioni pittoriche” al servizio dei progettisti
Dall’idea sviluppata per uno specifico progetto sono nate le pavimentazioni tessili: una gamma di prodotti che riattualizzano texture della grande tradizione tessile, per offrire nuovi stimoli alle richieste di personalizzazione di architetti e progettisti.
Tappeto, “tessuto hard”, Bauhaus, Anni Albers: in queste quattro parole è sintetizzata l’idea che ha portato allo sviluppo delle pavimentazioni tessili, un nuovo prodotto brevettato al servizio della creatività di architetti e progettisti.
L’idea di questo nuovo prodotto prende avvio da un progetto del 2020 dell’architetto Marco Scarpa, che puntava all’identificazione, riqualificazione e inclusione del parco di Piazzale Collodi, nel Comune di Dolo (VE). Obiettivo del progetto? Trasformare questo parco, che si trova vicino a una scuola di infanzia, in un “tappeto ludico” dedicato a bambini dai 2 agli 8 anni.
Non solo l’area verde, ma anche la pavimentazione doveva diventare un elemento stimolante nella creazione del gioco. La versatilità delle lastre Big utilizzate per la pavimentazione ha permesso di dare concretezza all’idea di realizzare un “tessuto hard”.
Dato che si voleva creare un tappeto, l’associazione mentale alla Bauhaus e alle meravigliose “tessiture pittoriche” di Anni Albers è stata immediata. Ci si è fatti ispirare, quindi, dalla più innovativa e influente artista tessile del XX secolo, in particolare dalle prime opere, dove la linearità e i motivi geometrici si fondevano con colori forti, decisi, per dare vita a disegni estremamente evocativi.
La scelta dei colori è stata guidata in parte anche dalla presenza della scuola in modo da costruire una sorta di continuità. L’esercizio cromatico della pavimentazione ha creato quindi una continuità visiva, un legame stretto tra la scuola e il quartiere.
Dal progetto al prototipo: il “Pied de Poule”
L’idea si è poi sviluppata in un prototipo che è stato utilizzato per le pavimentazioni di altri due progetti per il Comune di Dolo e seguiti sempre dall’architetto Scarpa: il Parco Caduti di Nassiriya e il Parco di Via Dauli.
Nel primo caso si è voluto dar vita a un luogo di ritrovo in cui si può giocare, ma anche incontrarsi in uno spazio aperto ad eventi sia pubblici che privati. Per costruire questi ambiti più privati si è voluto riprendere il concetto di tappeto. Un proverbio persiano rammenta: “il mio tappeto è la mia casa”. Il tappeto rappresenta l’appartenenza a una comunità. Delimita gli spazi e ne evidenzia l’uso: è un luogo di riunione e di raccoglimento.
Si cercava un sistema autobloccante che definisse un pattern, ossia un motivo decorativo replicabile all’infinito. La tradizione del mondo tessile ci è venuta in aiuto con una geometria che da un lato offriva il giusto sistema a incastro, dall’altro dava vita a un pattern interessante.
Come è noto il pied de poule è un tessuto a navetta ottenuto grazie a filati di colore contrastante che formano un caratteristico disegno che ricorda la zampa di una gallina. Si tratta di una fantasia optical ancor oggi apprezzata nel mondo dei tessuti e della moda.
La pavimentazione a pied-de-poule è stata impiegata anche per il Parco di Via Dauli, con l’obiettivo di riagganciare un’area fortemente caratterizzata, e per certi aspetti chiusa, al più ampio tessuto urbano. Anche in questo caso, realizzando la pavimentazione si è steso una sorta di tappeto, di segnale che individua un luogo di incontro e aggregazione.
Oggi il prototipo è divenuto un prodotto inserito a catalogo. Assieme all’arch. Scarpa stiamo lavorando anche ad altre pavimentazioni. Il nostro intento è quello di proporre una gamma di texture che si richiamino alla grande tradizione della produzione tessile e non, offrendo alle richieste di personalizzazione dei progettisti nuovi spunti estetici.